L'ITALlA MINORE E LA QUESTIONE RURALE

Piccoli comuni e mondo agricolo rappresentano un patrimonio di valore enorme, oggi in crisi, per le politiche europee che colpiscono i piccoli produttori, allevatori, pescatori, artigiani, a favore delle multinazionali che tendono a detenere il controllo alimentare, per gestire in rnodo monopolìstico gli indirizzi politici e la vita dei popoli. La cultura rurale necessita di un vero e proprio manifesto politico che riveluti e difende le realtà delle nostre campagne e dei piccoli borghi (oltre 6000 in Italia) non soltanto da intendersi come centri di sviluppo per l'agricoltura.

 
Lo scontro tra città e campagna può rappresentare une contrapposizione tra due modelli di vita. Ebbene. piuttosto che urbanizzare le campagne, occorrerebbe portare la campagna nelle città. 
 
“Stella e Corona” è contraria sia a considerare l'ambiente naturale della campagna come un "santuario sotto vetro”, sia a considerarlo come uno spazio per interventi produttivi e di sfruttamento ove possano minarne le caratteristiche fondamentali.
 
I piccoli comuni devono rientrare in un vasto progetto di riforma costituzionale, atto ad individuare, come punto di riferimento iniziale, per la collettività, proprio il Comune, per poi passare alla Provincia e, quindi, allo Stato.
 
Partendo dal presupposto che le risorse proprie dei piccoli Comuni sono minime, è necessario un intervento dello Stato che individui una serie di agevolazioni finanziarie, considerando che i piccoli Comuni agricoli assicurano alla Nazione, innanzitutto, l'indipendenza alimentare. Attraverso nuovi strumenti finanziari, come il project-financing, i piccoli Comuni potranno ricoprire un ruolo da protagonisti, ben coordinando gli interventi delle tre figure del finanziatore, promotore e attuatore dell’iniziativa. Occorre anche intervenire affinche i finanziamenti dello Stato, come accaduto per quelli destinati alle Comunita Montane, a seguito della legge del 1997, non vengano usati quasi esclusivamente per pagare i funzionari. La burocrazia uccide ogni iniziativa. 
 
“Stella e Corona” propone che venga attuata una delega, da parte del Governo, per studiare le norme particolari, necessarie agli Enti Locali rninori, attraverso la ricerca delle particolarità che danneggiano i piccoli Comuni.
 
Basta con Comuni a due velocità!
 
“Stella e Corona” propone: agevolare le iniziative dei privati che intendono finanziare opere pubbliche; eliminare l'obbligo del pagamento sui mutui contratti dai piccoli Comuni per finanziare le opere; reintrodurre mutui a totale carico dello Stato, entro limiti da individuare per legge; rinegoziare i mutui gia contratti dai piccoli Comuni, mantenere aperte tutte le scuole, indipendetemente dai numero degii scolari; premi di insediamento per i nuovi residenti o per chi inizia, in un piccolo Comune, un’attivita economica; mantenere servizi decentrati ed incentivare i consorzi tra Comuni; i bambini nati fuori Comune, nell’ambito della Provincia, potranno essere iscritti all’Anagrafe, come nati nei Comune di residenza dei genitori; rivoluzionare i criteri di distribuzione degli aiuti finanziari per opere ed interventi, in modo tale che, prescindano dall’esclusivo criterio demografico (sino ad oggi, infatti, i Comuni più popolati hanno avuto più finanziamenti, mentre quelli con minore popolazione e, quindi, con risorse proprie minime rispetto ai costi, sempre meno).
L’acqua deve essere considerata un bene primario e la sua gestione deve tornare ai Comuni.
 
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