REVISIONE COSTITUZIONALE
Stella e Corona propone un movimento identitario, che difende l'autonornia della nazione in un europeisrno bilanciato ove vengano evidenziate le tradizioni ed un “conservatorismo illuminato” per un’alleata popolare intorno all’idea monarchica.
La Crisi finanziaria globale ha evidenziato un sistema politico aile deriva caratterizzato da una insicurezza istituzíonelizzata, da specuiazioni e corruzione.
Occorre riformare lo Siate di diritto imperniato su:
- autorità e prestigio della Nazione
- separazione netta tra i poteri dello Stato, garantendo l'indipendenza detla Magistratura
- riduzione dei privilegi della Classe politica e nuovo assetto del Senato, attraveso una scelta più rappresentativa delle autonomie e delle categorie dell'economia e del lavoro, in modo da evitare un doppione della Camera. Una scelta, naturalmente, rispettosa dei principii di liberta e rappresentanza.
- abolire le immunità parlamentari non legate all’essenzialità del ruolo svolto e sancire l'incompatibilita fra l’incarico di deputato, senatore e membro di governo e quello di altri mandati in pubbliche amministrazioni.
Ritornare ad attribuire al popolo il diritto di scegliere liberamente candidati e partiti contro ogni forma di imposizione dall’aIto o di liste bloccate.
Siamo favorevoli al sistema proporzionale, con sbarramento, tutelando la necessaria stabilita di governo. Rivalutazione, anche attraverso provvedimenti legislativi mirati, delle vecchie capitali preunitarie, declassate da una miope politica centralista.
Abrogazione dell’ Art. 139 della Costituzione, in modo da rendere possibile la scelta al popolo sovrano tra la forma repubblicana e quella monarchica. Tale articolo appare antidemocratico e offensivo nei confronti delle attuali e future generazioni che non possono nè devono essere incatenate dal vincolante pensiero di chi le ha precedute. I costituenti, nell’imporre oltre mezzo secolo addietro, il loro voiere a chi sarebbe venuto dopo di loro hanno limitato la possibilità di decisione e di scelta alle generazioni successive, dimosrandosi molto meno “liberali” della monarchia che si è, invece, sottoposta ai giudizio popolare, con i plebisciti e con il referendum.