GIUSTIZIA

ITALIA REALE è d’accordo suila necessità di dividere le carriere dei magistrati tra “inquirenti” e “giudicanti”. Dovranno anche essere ben divise le funzioni dei giudici Civili e penali. Propone, inoltre, di ripristinare, per i giudici, la carriera per merito, abolendo ogni scatto automatico di avanzamento. A questo proposito propone l'introduzione di un concorso per diventare magistrato di Cassazione, aperto anche agli avvocati, iscritti nell’apposito albo. Occorre inoltre opporsi alla “cultura” che tende alla banalizzazione del male, che porta alla depenalizzazione del delitto.

Occorre ridare fiducia ai cittadini attuando una seria politica contro la criminalità dilagante.
Eliminare ogni indulgenza nei confronti dei criminali attuando:
 
effettività e certezza della pena;
riconquista allo Stato dei controllo sul territorio, attraverso il potenziamento e coordinamento delle Forze di Polizia;
individuazione di maggiori poteri peri Sindaci e per le Forze delI’Ordine, attribuendo a queste ia possibilita di un’attivita investigativa preventiva, evitando dipendenze troppo rigide dalla magistratura;
rigore contro l'immigrazione clandestina;
recupero per i tossici e pene severissime per gli spacciatori;
lotta decisa e dura al racket e con Iïncentivazione di fondi antiusura con meccanismi di rientro dei soggetti usurati;
revisione di tutte quelie normative che aprono le porte del carcere a pericolosi delinquenti, attraverso l'uso dello “sconto di pene”;
abolizione del “mercato” del patteggiamento della pena, nel processo penale;
riabilitazione dei detenuti, creando carceri adeguate e favorendo attivitá lavorative (anche retribuite) e di interesse sociale, come il recupero ambientale. Senza, ovviamente, sconti di pena o i benefici di liberta condizionata o vigilata.
La giustizia civile dovrà essere depurata daIl’eccessivo formalismo procedurale che paralizza il processo e vanifica la fondamentale esigenza delle parti ad ottenere il riconoscimento di un proprio diritto soggettivo.
Snellimento delle procedure e maggiore autonomia alle parti nella fase istruttoria, al fine di favorire effettive possibiiità transattíve delle liti.
 
È assolutamente indispensabile che i Magistrati non facciano politica.
 
I Magistrati in carica che intendano candidarsi ad elezioni politiche od amministrative devono presentare le proprie dimissioni e cessare la propria attività dall’Ordine Giudiziario tre mesi prima che tali elezioni vengano tenute.
I Magistrati dimissionari non potranno, anche in caso di mancata loro elezione, venir reintegrati nell’Ordine Giudiziario.
I Magistrati in carica non potranno partecipare a manifestazioni di carattere politico, pena ia loro sospensione dalle funzioni, senza stipendio, per sei mesi.
Le pene detentive e pecuniarie nei confronti di Magistrati in carica, per reati commessi nelïespletemento delle loro funzioni, devono venire raddoppiate. I Giudici devono rispondere dei ritardi e delle omissioni nell’espletamento del loro lavoro, nonchè degli errori che compiono. In questi casi deve essere attuate le riduzione e sospensione degli stipendi mentre, nei casi più gravi, la radiazione dalla magistratura.
 
 
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